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Interrogarsi ancora e ancora. A ottant'anni. Fotogramma dopo fotogramma. Dalla fanciullezza meneghina all'esser nonno. È il panta rei di un uomo. Tutto scorre e fluisce, come fosse una sequela di immagini, scenari e scene di vita familiare su un palcoscenico accalorato. A far da sfondo, ritagli di giornale da cui non lo sport bensì gli sport rintoccano un vissuto lungi dalle odierne chat e che profuma di continua rifioritura e di voglia di scommettersi con se stessi, azzardando quasi, in un'Italia che dal secondo dopo guerra, gradatamente, conduce agli anni '80 e '90 porgendoci costumi e consuetudini fuori dalla pellicola di un oggi che fugge e sfugge di mano. Uno scritto che insegna e accompagna nell'apprezzare, più precisamente, ciò che abbiamo tutt'attorno.